Sorridi maliardo,
dal bordo del mondo,
osservi la folla ammassata nel vuoto.
Un tuffo carpiato da un grattacielo.
Ultimo atto in un delitto remoto.
Rallenti?
Ripieghi a caso futuro
come un velo.
Per noi giovani uomini
con occhi alla terra,
non al cielo,
alla ricerca di un colpo di svolta.
Vogliamo tempo sicuro.
Tempo.
E ci costa una vita.
Noi la vogliamo raccolta,
sporca, per sbaglio divino
un pomeriggio da terra,
senza fatica.
Per due soldi rubata
e indolore,
senza guerra, col vicino
di cui non sappiamo
passato o destino.
Alla gola sapore di corda,
un respiro soffocato di taglio,
come giovinezza
che in sbaglio ci sfugge dal cuore.
Se domani saremo
ma dove?
Noi non attendiamo piú,
non possiamo. Di piú.
Mangiando a volontà
siam sazi di eccessi.
Senza offesa,
bruciando,
colori nucleari di fuochi pluviali,
scaldiamo la casa o la chiesa.
Sperando
poi genuflessi
che piova da te la salute,
la pace, e non morte.
È un raggiro,
le due giulive per mano
son cellule nere di pece,
dentro le nostre vene contorte.
Infine moriamo
in oblio
abbandonati a noi stessi,
la solitudine è sempre più forte.
Chi ci consola è qui, sei tu.
Ma ci sei lassú?
Dio?
-Manuel Franceschetti Valeri Coloniale-
Partecipazione al concorso di poesia dic.2011:
"La paura in tutte le sue sfaccettature".
Questa è bellissima!
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