domenica 18 dicembre 2011

FUKUSHIMA

Tutto era cosí grande e lontano.
Ogni fiore, di Loto, nel campo
segnava un sentiero.

Piante disposte per disegnare.
Ricordi di pietre secolari
scavate nel tempo,
e il passo di un bambino giocoso,
che non capiva il futuro vedendole.

 Non possiamo perdere
l´abitudine di amare la Vita.

 Il coniglio ed un nonno con la falce,
erba di primavera tagliata
all´inizio di Marzo.
Tuoni e lampi
e nuvole gonfie di rabbia
e paura per aver colto la prima mela.
Ma quando si ha fame,
un frutto deve essere gratis.

 Non posso perdere
l´abitudine ad amare la Vita.

 Ma il nucleo polveroso
di un atomo instabile
mi fa restare senza fiato.
Muore oggi il mio passato.

 Muoio oggi da giapponese,
con i piedi tremanti,
le mani bagnate,
e il respiro tagliato a metá,
senza sapere perché.



  Senza casa, senza figli.



 - Manuel Franceschetti Valeri Coloniale -

 Ricordando terremotati.
Respirando aria nucleare
si trovavano annegati i figli
sotto i piedi.
Un disastro non umano.

Appendiamo "tanzaku" ai rami di bambù
e suggelliamo un desiderio sottoforma di haiku.

Il Cielo ci consentirà di assistere all'unione
di Orihime e Kengyu e per noi sarà eterno "Tanabata"...

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