La farina
é impastata
tra uova ricche di vita,
aranci e fremente lievito.
Il mestolo nel giro
segna il ritmo del tempo.
Sull'uscio del portone,
la madre attende;
invade il cortile
quel profumo di pasta.
Chiama e scalda
i cuori dei figli
in ritorno dalla guerra.
La pancia in alto,
gli occhi fissi
a leggere l'orizzonte.
Presto,
nelle feste maestre,
la casa sarà nuova
decorata
di voci profumi tepore.
Sotto il mantello
i vincitori porteranno
in dono gioielli parlanti
per illuminare il presepe.
Mescolati ai momenti
di sogno di ieri,
torneranno come i canditi
sul dolce familiare.
Presto,
genitori saranno orgoglio,
figli di nuovo bambini.
Manuel Franceschetti Valeri Coloniale
a Enzina.
A me viene solo da piangere!
RispondiEliminaTu mi fai piangere!
Non volevo farti piangere!
RispondiEliminasu fai un bel sorriso :-)