martedì 10 gennaio 2012

VISO



Quanti occhi,
quanti visi.

Soli, sul soffitto bianco
come i denti
appena aperti
rilucenti nel mattino,
trasparenti gocce
lavan via la notte nera.
ed insieme camminando
fino a sera, sorrisi di ritorno,
uno scambio di leggeri tocchi.

La pupilla profonda nella tua
disegna il viso,
insegna... linee, note
in sincronia
dalla mia diversa.
Tu, ma sembro io,
adesso descrivi il viso mio,
in uguale essenza di noi stessi
riflessi dentro vivi.

Si sfiorano le gote,
danzano le ciglia.
Non esiste energia persa
del saluto
come nell´orgoglio del forte naso.
Il mio essere si espande,
è giá fanghiglia,
di espressioni
di cui noi siam maestri,
amando a caso.

Siamo noi fisicitá a nolo
solo, di infinite dimensioni.

Manuel Franceschetti Valeri Coloniale

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