domenica 27 novembre 2011

VECCHIO


Giunge l'inverno.

In silenzio.
Un passo e dopo un altro passo.
I capelli crespi perde colore il capo.

Tutte le sfumature rossastre d'autunno,
profumano lente come bucce d'arancio
lasciate ingrigite secche sopra ad una stufa.
Ascoltando il tempo cresce il nostro orecchio
diventa un gigante, ma solo, sordo e appeso
descrive un mondo lontano nuovo e distante.

Come un vento il ritmo soffia continuo,
sappiamo che il viso domani sarà certo un istante più freddo.
Quasi a voler seguire un cuore che rallenta.
ci trasformiamo, nel minimo necessario.
Nella neve ci accendiamo.
Saggi, o forse ricchi di tutta la storia.
Aggrappiamo al bastone dei ricordi il nostro senso cadente.
E corriamo zoppi, riappacificati verso la poltrona del sogno.
Cosí cenere, canuti diventiamo stelle.
Splendide senza gloria.
Per sempre... ...

-Manuel Franceschetti Valeri Coloniale-

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